Oggi si festeggia il 60° anniversario della Rai e parlando di sport in tv viene subito in mente come per molti anni Novantesimo Minuto (titolo poi scritto con il numero 90°) sia stata la trasmissione sportiva più attesa e più seguita con almeno 10 milioni di telespettatori fedelissimi e picchi di 20 milioni.
Gli anni d’oro di 90° Minuto sono quelli in cui è stato condotto da Paolo Valenti, il cui volto, ancora oggi, 23 anni dopo la sua morte, è ancora indissolubilmente legato a questo programma.
La prima puntata andò in onda il 27 settembre del 1970 e a condurla erano due dei suoi ideatori: Maurizio Barendson, che commentava le partite, e Paolo Valenti, che leggeva i risultati (il terzo ideatore era Remo Pascucci). Presto Barendson lasciò Valenti da solo al comando della trasmissione e nel 1976 nacque la formula che ebbe più fortuna: il titolo cambiò con la scritta non più in lettere, ma in numeri, e il programma divenne di competenza del Tg1 che usava i corrispondenti delle sedi regionali della Rai per commentare le partite.
Fu allora che nacquero dei veri e propri personaggi, alcuni dei quali poi ripresi da Fabio Fazio nelle prime edizioni di Quelli che… il calcio: dal più famoso Tonino Carino da Ascoli, con l’aria sempre imbarazzata e apparentemente imbranato, a Marcello Giannini da Firenze, il cui umore cambiava a seconda del risultato della Fiorentina, dall’imperturbabile Cesare Castellotti da Torino a ‘o criticone Luigi Necco da Napoli e Franco Strippoli dalla Puglia.
E poi gli esordi di alcuni grandi nomi del giornalismo italiano: da Beppe Viola (da Milano), a Lamberto Sposini (da Perugia), da Puccio Corona (da Catania) a Stefano Tura (da Bologna).
Data da ricordare è il 6 febbraio 1977, quando 90° minuto andò per la prima volta in onda a colori, comprese le immagini di alcune partite come Genoa-Torino e Lazio Catanzaro, mentre altre erano ancora in bianco e nero perché le sedi regionali non erano dotate dell’adeguata attrazzura.
Con l’inizio degli anni ’90, dopo i Mondiali di calcio in Italia, cambiano molte cose: prima di tutto scompare prematuramente il conduttore storico, Paolo Valenti, che con il suo sorriso ironico e la sua professionalità aveva per venti anni avuto con i telespettatori un appuntamento irrinunciabile la domenica pomeriggio. Il 18 novembre 1990, prima puntata dopo la sua morte, Nando Martellini rivela finalmente per quale squadra Valenti tifava (senza averlo mai fatto capire): la Fiorentina. Quel giorno si osserva un minuto di silenzio su tutti i campi.
Al posto di Valenti arriva il serioso Fabrizio Maffei, che già aveva avuto modo di sostituirlo nel 1989 quando il titolare era convalescente dopo un’operazione. Del programma diventa competente dal 1991 la Testata Giornalistica Sportiva (denominata RaiSport dal 1997) e pian piano cambia la formula: scompaiono man mano i corrispondenti regionali, sostituiti dagli inviati di RaiSport.
Maffei conduce per due anni e nel 1991-1992 si tenta un primo esperimento con la moviola con Bruno Pizzul, poi arriva Giampiero Galeazzi dal 1992 al 1999, anno in cui torna Maffei, che nell’ultima edizione da lui condotta nel 2002-2003 (quando poi divenne direttore di RaiSport) introduce la presenza dell’opinionista Giorgio Tosatti, già presente alla Domenica Sportiva, e del moviolista Carlo Longhi.
Dal 1994 al 2000 e poi di nuovo dal 2001 al 2004 90° Minuto va in onda dallo studio di Domenica In. Dal 2003 al 2005 con Tosatti e Longhi c’è Paola Ferrari alla guida del programma che poi passa definitivamente nelle mani di Franco Lauro nel 2005, anno in cui la Rai non acquista i diritti del campionato italiano di Serie A e la la trasmissione viene dedicata ai gol della Serie B. In seguito la Rai riesce a ottenere nuovamente i diritti agli highlights di Serie A, ma nel frattempo 90° minuto ha già cambiato canale: dopo oltre trent’anni su Rai 1 è passata su Rai 3 nel 2005, poi su Rai 2 dal 2008.
Inutile dire che rispetto al ventennio di Paolo Valenti gli ascolti sono via via inesorabilmente calati perché dagli anni ’90, con l’avvento della pay tv, è stato possibile seguire le partite in diretta. Quando la Lega Calcio ha iniziato a vendere i diritti e Mediaset e Tele+ prima e Sky dopo sono diventati sempre più agguerriti, guardare le sintesi delle partite alle 18 è diventato sempre meno necessario.
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